
Condividiamo da lanuovaecologia.it
di Lorenzo Lombardi
Schiantato contro il pontile il 28 gennaio scorso, il mercantile “Guang Rong” trasportava materiali di lavorazione delle cave di Carrara. A distanza di più di tre mesi l’imbarcazione è ancora incagliata. E crescono le preoccupazioni per gli impatti ambientali e sul turismo balneare
Nave a Marina di Massa. A distanza di oltre tre mesi dallo schianto della nave Guang Rong sul pontile della frazione del Comune di Massa, l’unica certezza è che la nave è ancora lì, esattamente come l’avevamo vista subito dopo l’incidente. Abbiamo deciso di tornarci, per fotografare e raccontare lo stato delle cose.
La sagoma inclinata della nave gigante si vede da lontano, prima del mare: uno spettrale relitto che fa pensare a storie di navi fantasma. Parlando con la gente serpeggia la paura di una stagione balneare in forte calo e la rassegnazione all’idea che quella nave lì ci resterà parecchio. Nelle ultime festività, tra Pasqua e il primo maggio, gli esercenti hanno registrato un calo delle prenotazioni del 50% rispetto allo scorso anno, una flessione che però non ha riguardato le zone limitrofe della Versilia. Il timore, pertanto, è che la nave abbia influito e influirà negativamente sulla stagione turistica.
La prima volta che siamo venuti qui era all’inizio del febbraio scorso. Allora ci stupì vedere alcuni esercenti contenti di fare qualche apertura straordinaria per i curiosi. Ora quegli stessi esercenti sono invece preoccupati. D’altronde, era prevedibile aspettarsi che la rimozione di una nave di 100 metri, carica di tonnellate di pietre, sarebbe stato un problema non semplice da gestire. Allo stato attuale è verosimile prevedere con un certo grado di certezza che la nave resterà incagliata sul pontile di Maria di Massa anche durante la stagione estiva.
Rimangano le domande, le questioni, le battaglie legali e assicurative, le incertezze su quanto avvenuto e su cosa accadrà nelle prossime settimane e mesi: cosa sarà del carico una volta che verrà rimosso dalla nave? Il relitto verrà trasferito per intero o sarà spezzettato sul posto? Che impatto ambientale avranno queste operazioni? Ciò che appare condiviso è che sarebbe sconveniente, oltre che rischioso, effettuare la rimozione durante la stagione balneare. Inoltre, più si avvicinano le giornate calde più la nave dovrà essere presidiata per evitare che le persone si avvicinino al relitto oltre il dovuto.
La nave non sarà riparata dal suo armatore perché il danno supera il costo di rimetterla in mare funzionante, quindi essendo diventata anche sul piano tecnico un relitto, la questione è passata agli avvocati delle compagnie assicurative e del Comune di Massa, con quest’ultimo che attende di essere risarcito per i danni provocati al pontile e per quelli collaterali.
Come si evince dalla stampa locale un primo affidamento legale da parte del Comune a un importante studio legale di Genova è stato ritirato: lo studio era infatti specializzato in diritto marittimo, e proprio per questo anche la compagnia assicurativa della nave lo aveva indicato nelle sue “liste” di appoggio. Le grandi compagnie internazionali di assicurazione delle navi hanno infatti una serie di prestigiosi studi a cui si appoggiano in ogni Paese a cui si rivolgono in caso di necessità. Non si tratta di un vero e proprio conflitto di interessi, ma il Comune ha preferito comunque bloccare l’affidamento legale cercando un altro patrocinante.
Al momento, l’unica nota positiva nel disastro è che lo svuotamento dei serbatoi è andato a buon fine: tecnici, unità della Guardia costiera, dei Carabinieri e di altre forze di tutela ambientale, insieme ad Arpat e Ispra hanno costantemente monitorato le operazioni e ora stanno vigilando sullo stato della balneabilità nell’area.
Aggiornamento del 10 febbraio 2025
Nave a Marina di Massa. Il 28 gennaio la nave mercantile Guang Rong, battente bandiera cipriota, ha perso il controllo della navigazione e si è infranta sul pontile turistico del lungomare di Marina di Massa. La rotonda, che caratterizzava la parte finale del pontile, poco dopo lo scontro è crollata in mare distrutta dall’impatto con l’enorme nave di 100 metri e 10.000 tonnellate di portata lorda. Per fortuna non ci sono state né vittime, né dovrebbero esserci (il condizionale è d’obbligo finché la nave sarà in mare) disastri ambientali. Siamo stati sul posto per guardare con i nostri occhi e raccontare ai lettori di Nuova Ecologia, quelle immagini macabramente spettacolari.

La cronaca: la sera del 28 gennaio 2025 la nave Guang Rong, carica di pietre, scarti di lavorazione delle cave di Carrara, si accingeva ad andare in direzione della diga foranea di Genova, ma il maltempo la costringeva in rada al porto di Carrara, a nord di Marina di Massa dove si sarebbe schiantata poco dopo. La procura sta indagando a riguardo, ma per quello che sappiamo allo stato delle cose, la nave è stata trascinata dal mare grosso a sud fino a schiantarsi sul pontile di Marina di Massa. «Abbiamo perso il simbolo del nostro lungomare», ci racconta la proprietaria di uno stabilimento balneare. Per fortuna non ci sono stati né morti, né feriti, ma enormi danni strutturali.
La nave è stata posta sotto sequestro e il procuratore capo della procura di Massa, Piero Capizzotto, ha reso noto di aver aperto una inchiesta per il naufragio: come si evince dai comunicati stampa ufficiali della procura, della guardia costiera subito ripresi dalla stampa locale, il capitano Milan Durisic sarebbe indagato per naufragio colposo ed è noto che la nave fosse stata già fermata in passato per irregolarità e fermi amministrativi volta sanati dall’armatore.
In un primo momento il forte odore di nafta che si è diffuso nell’aria circostante ha fatto temere il disastro ambientale: sono ben 102 le tonnellate di gasolio che riempivano il carburante dell’enorme nave mercantile, dotata anche di una grande gru sul ponte della nave. Per fortuna il serbatoio ha retto l’impatto e l’odore e le chiazze scure viste in mare dagli elicotteri erano probabilmente attribuibili all’acqua di sentina, (la parte oleosa presente nelle parti meccaniche delle navi mischiata all’acqua di mare). A pochi giorni dall’impatto, l’odore di gasolio è scomparso e l’acqua a riva per fortuna è limpida. Si è stati con il fiato sospeso per almeno due giorni: il mare grosso ha infatti impedito di iniziare subito i lavori di messa in sicurezza dei serbatoi e anche i sommozzatori non sono potuti intervenire perché la visibilità sottacqua era troppo bassa. Sono stati subito posti in mare invece i panni assorbenti che finora risultano puliti.
Arpat è già intervenuta iniziando i campionamenti: il direttore generale Pietro Rubellini ha fatto sapere tramite conferenza e comunicato stampa che l’Agenzia ha individuato sei punti di monitoraggio: 4 intorno alla nave e 2 vicino alla riva per fare campionamenti e rilevare lo stato biologico delle acque e monitorare l’evoluzione della matrice ambientale durante le fasi di rimozione del relitto. Anche Ispra si è recata sul posto per verificare se ci fossero problemi per l’avifauna marina e finora pare che il disastro ambientale sia stato scongiurato. Chiaramente la nave ha attratto col suo macabro spettacolo molti curiosi soprattutto nel fine settimana. Quando siamo stati sul luogo (giovedì 6 febbraio, ndr) il sole era tornato e nella zona, presidiata da Carabinieri, vigili urbani, Guardia Costiera e addetti ai lavori, e le autorità stavano predisponendo i mezzi deputati all’aspirazione del carburante dal serbatoio. Secondo quanto si legge dalla stampa locale l’armatore sembrerebbe deciso a trattare la nave come relitto, perché i costi di rimessa in servizio supererebbero il valore della nave stessa.
È notizia di sabato 8 febbraio che dopo svariate riunioni fiume è arrivata l’approvazione finale del piano operativo di svuotamento dei serbatoi da parte della Procura, della Capitaneria di Porto e degli altri enti chiamati a valutare il piano. Per le tempistiche molto dipenderà dalle condizioni meteo e del mare, ma dovrebbero servire un paio di giorni per la predisposizione di mezzi ed attrezzature e poi dovrebbe iniziare l’aspirazione del carburante che potrebbe richiedere alcuni giorni. Abbiamo aspettato il tramonto per fotografare il relitto, ancora pieno di pietre. La foto genera inquietudine e riflessioni che vanno al di là della cronaca dei fatti. In attesa che lo svuotamento dei serbatoi proceda senza intoppi e che inizi presto l’azione di rimozione, alla magistratura, il compito di indagare su tutti gli aspetti legati a questo incidente. Ai giornalisti il compito di monitorare gli accadimenti.