
View of windmills and the mount Etna Volcano with smoke. Sicily
Condividiamo da lanuovaecologia.it
La sentenza sul ricorso presentato da Anev smonta una parte del decreto Aree idonee. Legambiente: “La sentenza è una grande vittoria per la lotta alla crisi climatica, l’indipendenza energetica del Paese e l’abbassamento delle bollette che gravano sui bilanci di famiglie e aziende”
Il Tar del Lazio ha pubblicato la sentenza n. 9155 sulle aree idonee per impianti rinnovabili, annullando i commi 2 e 3 dell’articolo 7 del “DM aree idonee” incentrate sulla discrezionalità alle Regioni sull’individuazione dei siti per i nuovi campi fotovoltaici e solari. Il ricorso era stato presentato dall’Associazione nazionale energia del vento (Anev), secondo cui “il Decreto conteneva elementi fortemente lesivi della libera attività imprenditoriale”.
Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha commentato la sentenza “abbastanza voluminosa” dicendo: “Sostanzialmente annulla, parzialmente, il decreto, che avevamo fatto di concerto con gli altri ministeri, dicendo che le aree non idonee non esistono, le aree che sono previste per legge non possono essere limitate e ridotte”. Si è poi riservato di “valutare quelle che saranno le azioni da percorrere, di adeguamento e di valutazione da parte del governo”.
“La sentenza è una grande vittoria per la lotta alla crisi climatica, l’indipendenza energetica del Paese e l’abbassamento delle bollette che gravano sui bilanci di famiglie e aziende”. È questo il commento di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, alla sentenza del Tar del Lazio, che smonta una parte importante del Decreto del Ministero dell’ambiente e della Sicurezza energetica sulle aree idonee per lo sviluppo delle rinnovabili. La sentenza annulla i commi 2 e 3 dell’articolo 7 del DM aree idonee che garantivano una ampia e incomprensibile discrezionalità alle Regioni.
“Il Mase – continua Ciafani – proceda velocemente a riscrivere il decreto ministeriale e le Regioni si adeguino alla sentenza del Tar Lazio, garantendo uno sviluppo veloce e ordinato degli impianti a fonti rinnovabili e sotterrando per sempre quell’ascia di guerra contro le fonti pulite, in primis fotovoltaico ed eolico, che non abbiamo mai visto usare purtroppo contro i veri scempi che hanno devastato, in alcuni casi in modo permanente, il paesaggio del Belpaese”.
«È una sentenza importante – commenta Attilio Piattelli, presidente di Coordinamento Free (Fonti rinnovabili ed efficienza energetica) – che conferma quanto sosteniamo da mesi: servono regole chiare, coerenti e soprattutto omogenee a livello nazionale per l’individuazione delle aree idonee e non idonee, per evitare che i criteri siano troppo disuniformi a livello regionale. Riprendendo esattamente le parole presenti nella sentenza del Tar Lazio, nel Decreto Aree Idonee “manca l’individuazione di criteri tecnici di tipo oggettivo, correlati ad aspetti strettamente inerenti alla tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio artistico-culturale, idonei a guidare le Regioni nell’esercizio delle attribuzioni ad esse spettanti”. Ci auguriamo che il nuovo decreto arrivi entro i 60 gg previsti dalla sentenza – prosegue Piattelli – Non possiamo continuare a perdere tempo con norme che generano confusione e rallentamenti nello sviluppo e autorizzazione degli impianti a fonti rinnovabili. Condividiamo i target di nuove FER al 2030, previsti dal Governo nel PNIEC, ma chiediamo che le norme emanate siano coerenti e idonee al raggiungimento di questi obiettivi. Oggi, purtroppo questa sensazione non l’abbiamo se guardiamo al Decreto Aree Idonee e al Decreto Agricoltura».