
di Rosi Fontana
Emanuele Giannelli, dopo il grande successo dell’installazione di Mr. Arbitrium all’Arco della Pace, torna a Milano con una grande mostra alla Fabbrica del Vapore. Scultore italiano di fama internazionale, Emanuele Giannelli, è conosciuto per le sue sculture monumentali che hanno come soggetto l’uomo contemporaneo nel suo processo di ibridazione con la tecnologia e lo sviluppo tecnologico. Figure maschili che con i loro caratteri distintivi sono alla base della riflessione dell’artista: una riflessione che non è mai critica, ma che pone queste figure nel riflesso di uno specchio dell’arte volto a restituire una visione dell’umanità caratterizzata dal cambiamento e dall’adattamento della società in cui vive, ed è anche per questo che il titolo della mostra si concentra sulle parole “caos” e “uomo” in “contemporanea tensione”, un’esplicazione che vuole raccontare la cifra creativa e la visione da cui nascono le figure di Giannelli, e anche il loro essere possenti, imponenti, monumentali.
La Fabbrica del Vapore di Milano, oggi polo culturale ed espositivo del Comune di Milano, nasce come complesso industriale di prodotti rotabili tranviari e ferroviari. La sua matrice di opificio industriale ben si coniuga con gli uomini di Giannelli che nascono come figli della rivoluzione industriale e tecnologica, indossano in molti casi occhialini da saldatore, segno inequivocabile della loro appartenenza all’epoca industriale, e altri sono la visione trasognata dei “colletti bianchi”. In questa direzione, la Fabbrica del Vapore, è uno spazio che esalta ancora di più questa essenza di modernità, contemporaneità e visionarietà delle opere di Giannelli.
Le sculture di Giannelli creeranno un percorso espositivo sorprendente, efficace ed esaustivo per il pubblico, che prevede l’installazione di circa cinquanta sculture, suddivise tra singole e gruppi scultorei. Anche l’allestimento è immaginato per offrire degli spazi di osservazione privilegiati ai visitatori, e l’intento è di creare un’atmosfera – tra allestimento e illuminazione – che consenta al pubblico di entrare nello spirito del luogo, dove l’invito è a fermarsi nello spazio dell’arte e a creare un dialogo con le figure di Giannelli e favorire una visita lenta e immersiva della mostra.
Con l’idea di esaltare il carattere dell’uomo e il caos in cui vive nell’attuale società contemporanea, la mostra presenta una serie di sculture e gruppi scultorei quali: i Kiribati; i Korf; i Sospesi; gli Stati di allerta; Mr. Arbitrium Mirrored; i Monkey Tribù; The Watcher; i Dizzy; i Cacciatore di Batteri.
Particolarmente emblematico nel lavoro di Emanuele Giannelli è il concetto di “visionarietà” che parte dall’esigenza di raffigurare un uomo forte che con la sua anatomia in tensione e il suo sguardo celato al mondo reale, ma sempre rivolto a un mondo altro, è sempre colto nell’atto di compiere un pensiero e un’azione. I visionari di Giannelli guardano oltre, indagano per cogliere il nuovo, il non ancora realizzato: un nuovo confine o un nuovo orizzonte, così come è da sempre nella natura dell’uomo, mai pago e mai sazio di ciò che conosce o di ciò che possiede. È l’esaltazione della visionarietà, del sogno e dell’addivenire tra utopia e possibile realtà. Nell’epoca in cui si amplia sempre più l’immersione nel mondo virtuale rispetto al reale, i visionari di Giannelli, tema che l’artista indaga da molto tempo, sono il collegamento diretto alla dimensione immaginaria o ad una nuova dimensione del reale.
Come nessun altro scultore, Giannelli, vede l’uomo del suo tempo ibridato, intriso, ossessionato dalla tecnologia che si interpone tra il suo essere, il suo sentire, le sue emozioni e i suoi sentimenti, che vengono modificati, sostituiti e processati creando un’altra entità del vivere: quella immersa in ciò che accade oggi e ora, nel nostro tempo, e che non è giusta o sbagliata, perché l’artista non giudica, semplicemente osserva e fa osservare. Per Giannelli è necessario costruire un’umanità che conduca l’uomo al di fuori di quel processo che lo rende l’insignificante ingranaggio di un meccanismo industriale, in questo caso non c’è una “fabbrica” dell’uomo, ma una visione della diversità. Quella diversità che Erasmo da Rotterdam sintetizzò scrivendo che le idee migliori non sono figlie della ragione ma di una lucida e visionaria follia.

Particolarmente curati l’allestimento e l’illuminazione delle opere, frutto dell’intenso lavoro degli Architetti e Designers Paolo Nava e Luca Arosio del prestigioso studio Nava + Arosio di Milano che grazie a PUK Italia Group di Milano e in collaborazione con Geo di Rwave Light Studio, hanno concepito un’illuminazione, particolarmente quella notturna, che si caratterizza per una visione drammatica, coinvolgente e stupefacente delle singole figure e dei gruppi scultorei.
La mostra di Milano alla Fabbrica del Vapore sarà eccezionalmente accompagnata da un testo inedito dello scrittore italiano Fabio Genovesi che racconterà la sua visione delle opere di Giannelli. In catalogo anche il saluto dell’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi e della Direttrice della Fabbrica del Vapore, Maria Fratelli.
La mostra è resa possibile grazie al sostegno di LEGANCE, di PUK Italian Group di Milano, di studio Nava + Arosio, di Rwave light studio, di Ecocontract, di Tecnika, di Verde Profilo e di Circle Dynamic Luxury Magazine e di Studio Antonio Rafanelli.