L’ingresso dei Talebani a Kabul e la loro presa totale del potere a venti anni dalla loro precedente dittatura religiosa sull’Afghanistan, scuote le coscienze democratiche in tutto il pianeta, mette di nuovo e ancora di più in discussione le politiche internazionali dei più potenti Paesi: dagli USA, alla Russia, alla Cina e ancora una volta mette a nudo la pochezza dell’Unione Europea quando si tratta di difendere i valori su cui essa dovrebbe essere fondata.
Il pensiero va alle popolazioni civili: stremate, torturate e uccise, ma soprattutto il pensiero va alle bambine e alle donne afghane che rischiano di nuovo di essere inghiottite dalla orrida barbarie della dottrina talebana.
Viene in queste ore in mente l’opera fotografica “La scomparsa della donna” realizzata dalla fotografa iraniana Shadi Ghadirian la cui indagine sulla condizione femminile vessata da discriminazioni politiche, sociali e religiose in Iran rappresenta con drammatico realismo un mondo misogino che non può e non deve essere tollerato.
Shadi Ghadirian è nata a Teheran nel 1974 dove ancora opera: con le sue foto, indaga sulla condizione femminile in un paese, l’Iran, dove le donne possono contrarre il matrimonio già a 13 anni, anche prima della pubertà se c’è il permesso del tutore e dove le donne non sono libere di sposarsi con chi vogliono senza rischiare di andare incontro al delitto d’onore. In Iran le donne non possono cantare, se non di fronte a un pubblico di sole donne e non possono ballare o recarsi negli stadi (eccetto per le partite della nazionale).
In Iran le donne non hanno diritto all’eredità, hanno l’obbligo di indossare l’hijab, non possono andare all’estero da sole, non possono condurre la bicicletta e a 9 anni di età sono considerate penalmente responsabili. Per le donne giudicate adultere l’Iran prevede la pena di morte mediante lapidazione. Risulta che tra il 2018 e il 2019 106 donne siano state impiccate anche se non esiste un numero ufficiale di femminicidi per “violazioni delle norme islamiche o delle consuetudini sociali”.
Il 66 % delle donne sposate che hanno partecipato ad una indagine aveva subito violenza domestica almeno una volta nella vita: un numero probabilmente sottostimato rispetto ai casi reali. Sono 40 milioni le donne che vivono in Iran e i cui diritti più basilari non vengono rispettati e che nessuno riesce a tutelare.
La cosa atroce è che probabilmente, adesso, in Afghanistan la situazione delle bambine e delle donne sarà ancora peggiore che in Iran.
L’Occidente civile e democratico non ha scusanti.
Facciamo schifo.