Incontriamo Nicola Polizzi, scrittore livornese autore del libro Qualche volta le nuvole sembrano isole lo abbiamo incontrato per saperne qualcosa in più.
· Lei è un autore nato a Livorno; quanto ha influito la sua esperienza e conoscenza del territorio (anche se il romanzo si svolge a Marilia) nella creazione dei personaggi e dell’atmosfera del libro?
La storia si svolge in un posto di fantasia che potrebbe essere nella costa industriale livornese. Sicuramente ne sono stato condizionato nel tratteggiare l’ambientazione: la contrapposizione tra il senso di apertura che incarna il mare e il senso di oppressione che invece è rappresentato dalla provincia. Il mare che dà la possibilità di sognare, di poter immaginare qualcosa che va oltre l’esistenza.
· Per chi ha già letto il suo precedente romanzo, Sradicati (2023), quali sono i punti di continuità tematica o stilistica che ritroveranno in “Qualche volta le nuvole sembrano isole”?
In entrambi libri, anche se in modo completamente diverso, si parla delle fragilità umane e della ricerca di sé stessi. Stilisticamente sono simili. In entrambi vi è un intreccio di personaggi, tante microstorie che concorrono alla storia come tessere di un mosaico.
· Il primo appuntamento è una firma copie alla Libreria Coop, e poi una presentazione alla Feltrinelli con Valeria Bocci. Cosa si aspetta da questi incontri e cosa può aspettarsi il pubblico che verrà ad ascoltarla?
Mi aspetto di poter creare un dialogo con i lettori, suscitare curiosità e interesse.
· Perché i lettori che amano le storie introspettive e impegnate non dovrebbero perdersi questo romanzo, e in che modo Readaction Editrice lo ha reso un prodotto “divergente” e di valore assoluto?
Divergente perché, pur parlando del quotidiano tra ironia e dramma, voglio dare una lettura personale e credo, diversa del mondo contemporaneo. Chi ama leggere storie introspettive potrà trovare un romanzo che fa ridere e riflettere e parla di tutti noi.
